mercoledì 30 gennaio 2008

Video killed the radio star

Insomma, ho speso 8 euro per un cavo che collega la mia videocamera al mio pc e ne ho risparmiati almeno 400: tanto mi sarebbe costata una videocamera nuova che mi ero fissata di dover comprare per poter fare dei video scaricabili, montabili e pubblicabili online.
A trarmi in inganno erano state le istruzioni in aramaico della videocamera, dalle quali si deduceva essere possibile soltanto lo scaricamento di fermi immagine al pc (ma se è un aggeggio che gira i video...), e l'assenza del cavo in questione dalla dotazione di partenza. In compenso ho 3 chili di cavi nerastri le cui estremità non sembrano potersi introdurre da nessuna parte. Fidatevi: se serve non lo avrete gratis.
Oddio, vi tedierò anche coi video adesso? Tranquilli, prima che riesca a girarne uno decente, riversarlo, montarlo e pubblicarlo cambierà la tecnologia e Google sarà già fallito perciò questo blog non esisterà più.
Per il momento ho immortalato nel mio hard disk un minuto e 23 secondi di mio figlio che si cimenta nella conta "Passa paperino con la pipa in bocca". Confido di produrre contenuti di respiro un po' più ampio nelle prossime settimane. Mesi. Eoni.
(Foto: Flickr)

martedì 29 gennaio 2008

Quella zia annegata nel mare di internet

Ho deciso di sperimentare il nuovo motore di ricerca Wikia Search, che vuol fare concorrenza a Google e se la tira perché non impesta le pagine dei risultati di pubblicità.
Sono stata disonesta e invece di cercare una roba normale, tipo Tom Cruise o Wentworth Miller (anche le zie hanno i loro idoli vecchi e nuovi) ho fatto la scelta crudele di mettermi alla ricerca di questo blog. Così ho digitato "La zia marta".
Non mi aspettavo di essere in prima posizione, ma nemmeno di trovare un sito sulla sclerodermia al secondo posto e uno di racconti porno al settimo.
Vabbè, qui non c'è storia, andiamo su Google. Le prime dieci pagine fanno riferimento quasi in toto a un B movie di fine anni '80 dall'inquietante titolo "Non avere paura della zia Marta". La zietta è una donna affetta da turbe psichiche che trascina tutti i parenti in un casolare dove muoiono a uno a uno in circostanze misteriose.
Mi ero ripromessa di vedere almeno 20 pagine di risultati, ma mi sono arresa alla numero di 19 non sapendo cosa rispondere alla domanda che mi aspettava all'ottava posizione: "Zinne, barriera anatomica o piacevole orpello?".
La situazione migliora un po' aggiungendo a "La zia Marta" la parola blog. Ma anche così non ce l'ho fatta a raggiungere la prima pagina. Il link al post sull'Earth hour compare un seconda posizione di pagina 2.
Insomma, o pochi eletti che finite qui, vi trovate ufficialmente in un sito, per il momento, introvabile!

lunedì 21 gennaio 2008

Earth hour: un'ora di buio

Questo è il porto di Sydney immerso in una inusuale, sinistra oscurità. Ma non era un blackout. Era l'Earth Hour del 2007. L'iniziativa allora coinvolse solo l'Australia, ma ora il WWF lancia la sfida al mondo intero. Spegnere le luci per un'ora per dare una minima, simbolica tregua alle emissioni che causano i cambiamenti climatici. L'appuntamento è per sabato 29 marzo alle 8 di sera ovunque ci si trovi nel mondo. Hanno già aderito , oltre a Sydney, anche Melbourne, Chicago, Copenhagen, Manila, Tel Aviv e Toronto. L'anno scorso le succursali australiane di molte aziende multinazionali accettarono l'invito a spegnere le luci e le insegne per un'ora. Forse riusciremo anche a riveder le stelle.
Come sopravvivere a un'ora senza tv, computer, luce elettrica? Lunga chiacchierata al telefono, cena a lume di candela, mosca cieca sono le prime tre cose che mi vengono in mente.

(foto: Flickr)

mercoledì 16 gennaio 2008

Holy Smoke

Avrei dovuto scrivere questo post ieri, ma il social networking intenso cui mi sono sottoposta ha come attutito l'eco di un evento che invece mi va di celebrare. Ieri erano due anni tondi tondi che ho smesso di fumare.
Non sono una buona indottrinatrice, per fortuna, quindi non starò qui a dirvi quanto ci si senta meglio, come la mia pelle sia più liscia, i miei polmoni più pieni, la mia aspettativa di vita più lunga... O forse ripensandoci sì.
Ecco una timeline che ho beccato su Internet che spiega che bello è e che benefici meravigliosi dà il lungo addio alla sigaretta.
Dopo 3-9 mesi. La funzionalità polmonare ha un miglioramento del 10%: diminuiscono tosse ed affanno, in genere tutti i problemi respiratori.
Dopo 5 anni. Il rischio di attacco di cuore si dimezza.

Dopo 10 anni. Il rischio di cancro al polmone si dimezza. Il rischio di attacchi di cuore scende agli stessi livelli delle persone che non hanno mai fumato.
Capito che fortuna? Devo aspettare altri tre anni per dimezzare la possibilità che mi colga un'infartacchia e la bellezza di altri otto per dimezzare il rischio di un cancro al polmone.
In ogni caso la sigaretta non mi manca per niente. E ho fatto questo calcolo. Prima di smettere la mia media standard era di circa 15 sigarette al giorno. In questi due anni me ne sono perciò risparmiate 10.950, pari a 547 pacchetti...

(Foto: Flickr)

martedì 15 gennaio 2008

Social Madness

Per un articolo a cui sto lavorando mi sto iscrivendo a un sacco di social network. Facebook, MySpace, YouTube, Flickr, Twitter ecc. Al di là del tempo che ci vuole ogni volta per le procedure di registrazione, trovo l'esperienza un po' frustrante. Siccome tentenno sulla reale opportunità di contattare la gente che potrei già conoscere all'interno dei vari network, ogni volta che entro nei miei profili vengo accolta da una serie di frasi desolanti: "Il tuo videolog è vuoto, non hai preferiti, non hai iscritti, non hai amici, commenti 0, la tua casella non contiene messaggi".
Okay, se non giochi non vinci. Quindi bisogna per forza fare la prima mossa. Prendere la propria lista di contatti dalla mail, verificare quanti di questi sono iscritti allo stesso social network, farsi vivi con loro per far loro sapere che ci sono anch'io. Ma chiamatemi pure novantenne se mi domando: a che pro? La gente con cui ho davvero qualcosa da dirmi la contatto comunque, quella che ho perso di vista forse non avevo più voglia di vederla/sentirla...
In realtà mi rendo conto che a bloccarmi è il fatto che trovo questi siti difficili da frequentare. Su Facebook mi viene richiesta la password ogni volta che clicco da qualche parte: menomale che dovevo sentirmi parte di un network!
Su Twitter che dovrebbe essere il modo più rapido per tenere i contatti con tutti, ogni volta che digito una frase ci vogliono 45 secondi prima di poterla poi urlare realmente al mondo.
Per non parlare dei servizi che dovrebbero aiutarti a riunificare tutti gli account in una sola comoda plancia di comando come Flock o 8hands. Ci credi, li scarichi, li provi (altro tempus che fugit e non torna più) e poi scopri che dietro alle loro allegre interfacce si nasconde sempre qualche bug. Su Flock non si possono aggiungere i contatti di MySpace. Ma quello sarebbe il meno. Il problema è che questo browser finge di tenere traccia di tutti i tuoi account ma quando poi clicchi sopra a ciascuno di essi devi comunque ridigitare username e password. Ma allora mi prendete in giro. E che cosa ho passato a fare due ore a settare tutto?
Eppure ci voglio credere, credere davvero. Voglio fare parte, condividere, mescolarmi con la gente cool che si scambia widget e si fa gesti d'intesa telematici. Oddio, non sarò mica già sul patetico crinale dentro ora/fuori per sempre?
Okay, sono davanti al computer da circa 9 ore. Forse è semplicemente giunta l'ora di staccare la spina e rimandare a domani la socializzazione. E magari, chissà, potrei anche decidere di vedere un amico dal vero.

(Foto: zia Marta in Australia assediata dai pesci)


domenica 13 gennaio 2008

Acqua del rubinetto

La rivista Altraeconomia ha fatto i conti dell'impatto ambientale dell'acqua in bottiglia. In questa tabella ha messo in mostra i chilometri percorsi dall'acqua delle principali marche per arrivare fino al nostro frigo (Milano, Torino, Firenze, Roma, Napoli e Genova).
Altraeconomia sta portando avanti una campagna sull'acqua pubblica che è totalmente da condividere.
Come i test di Altroconsumo non smettono mai di confermare, l'acqua del rubinetto è di buona qualità, costa pochissimo e non inquina.
Io sono tornata al rubinetto da qualche mese e sono soddisfatta. Mi sembra una di quelle cose che fanno bene all'ambiente e in più semplificano la vita. L'acqua è sempre stata gratuita, poi qualcuno ha cominciato a volerci guadagnare. Forse è ora di smettere di pagare per ciò che si può avere a costo zero o quasi. Vi piacciono le bollicine? Quando ero bambina mio papà metteva l'idrolitina della bottiglia di vetro con l'acqua di rubinetto. Esisterà ancora?

(Foto flickr.)

giovedì 10 gennaio 2008

Assessori a lezione: ma che hanno fatto finora?

Leggo sul Secolo XIX (il link è alla home e non all'articolo, perché la notizia nella versione online purtroppo non c'è) che il presidente della giunta della Provincia di Genova, Alessandro Repetto, ha convocato per il pomeriggio dei prossimi sei venerdì tutti i suoi assessori per un corso professionale. Verrà loro insegnato come si fa l'assessore. In questi incontri, penosamente definiti Master, i membri della Giunta impareranno due o tre cosette tipo come funziona la Provincia, quali sono i ruoli e le rispettive competenze dei vari organi, come si comunicano un bilancio o un provvedimento.
Ohibò. Ma questa gente è lì da più di sei mesi; come avranno fatto a cavarsela finora? Il che rilancia una più generale tematica: a cosa serve esattamente la Provincia, questo simpatico Ente? A proposito, lo sapevate che questa parola è a tutti gli effetti intraducibile nelle altre lingue? Evviva ce l'abbiamo solo noi! Ma ce la meritiamo?
Alle elezioni amministrative dello scorso maggio quasi 465.000 persone, oltre il 60% degli aventi diritto, si è trascinata alle urne per le elezioni provinciali a Genova. 371.000 stoici hanno rifatto lo sforzo al secondo turno. Diciamo che gli assessori e il Presidente potevano forse passare l'estate a fare i compiti, invece di rimandare il tutto alla Befana.

Nella foto Reuters (sto attingendo alle migliori del 2007), una lezione di danza in una scuola Vietnamita.

martedì 1 gennaio 2008

Buon anno!

Non ci posso credere! Il 2008 è giunto e io non l'ho visto arrivare che all'ultimo secondo. E' stato uno scontro frontale.
Sì, lo so, forse l'ultimo flute di champagne potevo anche non berlo...
No, in realtà è stato un capodanno parco ed equilibrato sul fronte alcolico e anche gastronomico. Beh, cinghiale a parte.
Ma allora perché stamattina mi sono alzata così?
Felice anno a tutti.
M (the Mummy)

(foto Reuters)