lunedì 10 maggio 2010

Dolore fisico, dolore fisico


Ma quand'è che la morte è diventata intrattenimento? Da quando la tortura è un passatempo come un altro?

Sono le nove e mezza di una sera di metà settimana. Mio figlio dorme già, mio marito non è ancora rientrato dall'ufficio. Faccio un pigro zapping di convenienza sui canali Sky. Vedo finire una puntata di Sex & the City che non avevo mai visto (incredibile!), poi cambio su uno di quei canali tipo Sky Crime e mi becco la fine di Criminal Minds. Il protagonista ha una faccia rassicurante. Ci metto un attimo per capire che si tratta del Greg della sit-com Dharma & Greg. Prendo atto che tra una serie e l'altra devono essere passati almeno quindici anni e che il tempo non è stato clemente con la faccia di quest'uomo.

Sono ancora lì che valuto le sue borse sotto gli occhi quando realizzo che l'episodio che sto guardando tratta della scomparsa di una serie di bambini rapiti e tenuti prigionieri per anni da una coppia di squilibrati e poi arsi vivi in una fornace dell'impresa di pompe funebri appartenente alla donna della coppia, che li fa fuori goduriosa sotto gli occhi dei ragazzini superstiti, consci che presto faranno la stessa fine.
Sono incredula mentre sotto i miei occhi si svolge il tragico epilogo, nel quale per fortuna un paio di anime alla fine si salvano. Ettecredo che il povero Greg c'ha due borse così, lui 'sta roba se la vede a ogni puntata.

Cambio canale e plano su Comedy Central. Non mi aspetto battute da premio Nobel, ma nemmeno che il programma di stanca satira sia interrotto dal trailer di un film horror le cui uniche scene che intravvedo, prima di riuscire finalmente a trovare il telecomando giusto per cambiare canale, ritraggono corpi a stento viventi legati a lettini da tortura con delle catene intorno al collo e figure demoniache che vi si avventano sopra emettendo urla agghiaccianti.

Cambio ancora e su Foxlife, la patria di Grey's Anatomy e Private Practice, due serie in cui di morti se ne vedono parecchie, ma temperate da trame solitamente solide e storie d'amore quasi sempre coinvolgenti, ecco che arriva il trailer di Dexter. Non ne ho mai vista una puntata, ma l'idea che un vasto pubblico possa guardare il protagonista torturare e uccidere delle persone (per quanto si tratti sicuramente di orrendi, incalliti criminali), mi risulta incomprensibile. Il fatto che poi il personaggio debba sembrare ironico (nel trailer sta tagliando a pezzi un cattivone mentre la moglie lo chiama per spedirlo in farmacia a comprare la medicina per il loro dolce bebè), mi risulta non solo alienante ma profondamente sbagliato.

Non sono un giudice imparziale: all'epoca non ho potuto guardare Pulp Fiction, ho dovuto togliere il dvd a metà film perché per i miei gusti il lato pulp sopravanzava il lato fiction di svariate lunghezze. Sono una mammoletta, d'accordo, ma credo che tutta questa violenza atroce, normalizzata dal passaggio in tv a ore in cui un ragazzino delle elementari appena più grande di mio figlio potrebbe trovarsi tranquillamente davanti al video, non possa che creare dei mostri.

Così come le ragazze nude che ballano a gambe aperte nei quiz pre-serali, e praticamente in qualunque altra trasmissione di intrattenimento e non, fanno credere ai ragazzi che quella lì è solo roba e che se la vuoi te la puoi prendere, così penso che pestare a sangue un compagno che ti sta sulle scatole o torturare un barbone in gruppo siano abiezioni rese più "normali" dall'averlo visto fare mille volte in tv.

E poi si raggiunge il culmine con l'ennesimo reality: Trapianti. Ora, francamente, abbiamo dovuto vedere mandrie di coatti nullafacenti massaggiarsi e fare bagni termali al Grande Fratello, poi è stata la volta degli aspiranti tutto: cantanti, attori, ballerini. In seguito sono arrivate le cose della vita: la tata che mette in riga i bambini, le istruzioni per l'uso degli adolescenti, le coppie che si scambiano per scoprire quanto è meglio il proprio partner e infine ci hanno voluto a tutti i costi propinare il parto in diretta, con mamme che spingono, papà che piangono e tutto il circo Togni di accompagnamento. Adesso che il pubblico è assuefatto, ha visto di tutto, non si stupisce più di niente, e si guarda finti corpi squartati in televisione a ogni ora del giorno, ci vuole un'emozione più forte. Gente vera che sta per morire, aspetta un trapianto, finalmente arriva un organo (segno che qualcun altro è schiattato) e glielo mettono. Ma perché la gente non spegne la tv e se ne va a passare la serata direttamente al Pronto Soccorso, così fa prima?

E perché quei cretini del Moige invece di berciare come comari da vicoli per evitare che Raidue trasmetta il bacio gay di Brokeback Mountain non si danno una mossa per proteggere i bambini da quello che davvero può nuocergli: non uomini che si amano tra loro, ma uomini che ne trucidano altri provando nel farlo un grande piacere.

Foto: Flickr.

5 commenti:

Leonaltro ha detto...

Sul fatto che 'sta roba sia disgustosa son d'accordo (tranne Dexter, grande serie e protagonista addirittura simpatico - anzi la grandezza della serie sta proprio nel fatto che tieni per il massacratore con tutti i turbamenti che questo ti co porta).
Non ti seguo invece sul nesso causale spazzatura -> gente che va in giro a violentare le donne.
La storia che studiamo a scuola è una lista di nefandezze lunga tremila anni; non mi pare che Hitler & co. si siano ispirati alla tv.

marta ha detto...

Ci sono sempre stati i pazzi, i sadici e i violentatori. Diciamo che un ragazzino aveva buone chance di non saperne nulla fino al raggiungimento di una certa età. Trovo che l'esposizione precoce, massiccia e continua al sesso come merce e alla violenza come passatempo forniscano il terreno su cui poi maturano i comportamenti allucinanti di ragazzi sempre più giovani, a volte poco più che bambini. Perché torturare una lucertola se puoi farlo col compagno di classe disabile? Perché farsi le pugnette se puoi violentare la compagna durante le lezioni? And so on...

Nat ha detto...

Sono totalmente d'accordo con Marta. La storia è una lista di nefandezze lunga molto più di tremila anni, ma ci sono sempre stati terreni su cui la naturale violenza dell'uomo prospera e si fortifica. Il nostro cervello secondo me ha un vecchio imprinting che lo porta a fare una semplice equazione: "Se vedo una cosa spesso, vuol dire che è normale". A forza di vederla e rivederla, anche la violenza sembra più fattibile, contro tutti gli sforzi della civiltà per sostituire ai rapporti basati sulla violenza relazioni di altro tipo (in fondo la civiltà è tutta qui). Mi viene in mente che per i tragici greci mostrare la violenza in scena era un assoluto tabù.

Leonaltro ha detto...

Sarà pure stato un tabù mostrare la violenza in scena, ma non mi pare che questo abbia fatto della Grecia sto modello di civiltà nel senso da te definito: a me pare che la storia dell'uomo sia da sempre un concentrato di violenze tra esseri umani in generale e sulle donne in particolare, e se c'è un periodo storico in cui tutto sommato ce la sfanghiamo meglìo (quanto ad "assenza di violenza) sia proprio quello in cui viviamo noi. Secondo me, piuttosto, la tv sottolinea quanta violenza ci sia ancora in giro, ma, ripeto, non vedo come si possa attribuire a uno strumento inventato 60 anni fa la capacità di generare comportamenti che gli uomini attuano da millenni.

Gloria Photos ha detto...

...sono sempre più felice di ignorare la televisione...
ciao marta :-)