sabato 8 gennaio 2011

D'Artagnan


E' sempre nei saldi che il capitalismo dà il peggio di sé. I negozi rimettono fuori la merce che hanno in magazzino da 5 lustri sperando di riuscire finalmente a rifilarla a qualcuno; le poche cose davvero di stagione che valga la pena comprare costano uno sproposito (e il fatto che siano scontate del 15 % suona come una presa in giro, e forse lo è), e se cerchi un paio di stivali marroni dovrai ingoiare parecchi rospi prima di poter uscire calzata da un negozio.

Avevo iniziato l'anno colma di buoni propositi. Ho ormai abbandonato da tempo la linea "dimagrire e rassodare-imparare il giapponese-segnarsi le frasi intelligenti e spacciarle come proprie alla prima occasione". L'età avanza e sto lentamente smottando verso un più pacato mix: "lenire il mal di collo-leggere libri-non stare in pigiama nei giorni di festa".

Insomma, mi accontenterei di non peggiorare, mantenendo un decoro nell'aspetto che con gli anni va curato sempre di più per ottenere sempre di meno. Quando il 2 gennaio aprendo la scarpiera ho visto gli orribili stivalacci marroni che porto ormai da quattro anni mi sono detta che per quanto abbassi la sbarra ci sono cose che non devi tollerare: andare in giro per il terzo anno di fila con stivali di cui ti vergogni è una di quelle.

Parto speranzosa il 6 gennaio alla ricerca di ciò che ho distrattamente intravisto nelle vetrine per tutto l'autunno e di cui sicuramente è avanzata un'abbondante scorta nei negozi del centro: un paio di stivali color marrone scuro. Ora non starò qui a snocciolarvi tutta la scala cromatica del marrone, dal terra di siena fino al testa di moro. Quello che so è che gli stivali che ho hanno il colore giusto e portandomeli dietro ero abbastanza sicura di poterli sostituire con una spesa ragionevole.

Come al solito non avevo fatto i conti con i tre signori che ogni anno si incontrano a giugno sulla spiaggia di un isolotto del pacifico e sorseggiando cocktail decidono cosa noialtre poverette avremo il permesso di indossare l'inverno successivo. Credo che una riunione speculare si tenga anche in gennaio in qualche segretissima località sciistica, per tirare a sorte se i bikini dovranno avere, tutti immancabilmente, il reggiseno a triangolo o a balconcino. Nelle estati in cui esce testa (triangolo, che non so se lo sapete, ma non regge un granché) io non posso acquistare costumi da bagno.

Quest'anno i tre beffardi onnipotenti dell'abbigliamento dovevano averci dato dentro con i Margarita quando sono arrivati al capitolo calzature. Come spiegare altrimenti l'improvviso nostalgico amore per i tre moschettieri che li ha colti, convincendoli a scegliere come mono-modello di stivale quello rasoterra, stretto e alto sopra il ginocchio, che può star bene solo a una stanga anoressica di 18 anni, ed è comunque portabile unicamente con mini-abiti (che non indosso dall'88) e leggings (che facevano già angoscia negli anni 80 quando io ero una ragazzina e me li potevo permettere, ma non lo sapevo, e infatti mi guardavo bene dal metterli, figuratevi ora).

"Ma non si potrebbe avere uno stivalino con un po' di tacco, tanto per dare una mano alla natura che sull'asse verticale è stata con me un po' ingenerosa?"

...bla bla bla... bla bla bla...

Cioè, se volete vi dico anche cosa hanno risposto le varie commesse a cui ho rivolto questa domanda, ma la sostanza è che lo stivale che dico io, quello che forse in qualche antro di strega, conoscendo la parola d'ordine, si poteva ancora ottenere fino all'anno scorso, queste non ce l'hanno. Nessuno ce l'ha. Non c'è proprio negli elenchi, nei cataloghi, nelle fabbriche, nemmeno nei magazzini. Donne molto più avvedute di me devono aver fatto negli anni passati ciò che mi riprometto sempre di fare ma poi non faccio mai: hanno trovato uno stivale decente e ne hanno comprate tre paia esaurendo così per sempre le scorte.

Non posso dire di aver visitato dozzine di negozi alla ricerca dello stivale che avevo in mente. Sono abbastanza vecchia e saggia per sapere quando è ora di arrendermi, tanto loro sono più forti. Ho richiamato i cani e interrotto ufficialmente le ricerche dopo essermi provata un paio di stivali: 1) davvero marroni (non arancioni, beige o grigi come quelli che in diversi posti hanno cercato di vendermi), 2) con un tacco umano (ho scoperto al decimo negozio che esisteva un piano B nella mente dei tre moschettieri della moda, ma prevedeva molte borchie e un tacco a spillo) e infine 3) che una volta infilati non mi hanno dato la sensazione di aver ficcato i piedi in due tagliole.

La missione può dirsi compiuta. Ora non mi resta che comprare un poncho. Non mi piacciono particolarmente, non li uso, non ne posseggo nemmeno uno, ma siccome li vedo in giro da almeno due o tre anni sono sicura che quest'estate Athos, Porthos e Aramis li depenneranno definitivamente dalla lista e allora, semmai un giorno me ne servisse uno, mi congratulerò con me stessa per averci pensato per tempo.

Foto: Wikimedia

1 commento:

Gloria Photos ha detto...

...basta che in un delirio di onnipotenza non facciano tornare le orrende e aggressivissime scarpe a punta... ricordo tormenti inenarrabili per i piedi e (quasi sempre) vane ricerche di punte tonde in ogni dove... ho ancora una scarpiera piena di punte che donerei volentieri a qualche aspirante masochista...
...i leggings invece hanno un loro perché: maxi maglia, leggings pesanti e biker boots (o stivali di camoscio anni settanta) :-) 18 till I die, ebbene sì :-) (ma senza più quelle mostruose spalline del 1985 :-D)