giovedì 25 settembre 2008

La lezione del tempo perso

Ma su, andiamo, ma come devi stare per passare del tempo, anche poco, all'interno di un mondo virtuale dove in sostanza non c'è una missione e non succede un bel niente, e dove ogni tanto girellando incontri i resti di quelli che si sono appena scollegati sotto forma di avatar pietrificati mentre fanno la gobba (vero Leo?). Dicevo, come si fa? Sì, ci sono stata su Second Life, sono salita su una specie di jeep, ho fatto due giri, incontrato qualcuno che mi ha apostrofato con commenti ineleganti, schivato come potevo qualche povero gobbino e poi mi sono trasformata in gobbina io stessa scollegandomi dal gioco.
Losers! Perdenti!.
Attenzione, questa è la storia di una redenzione, perciò se siete fan di Second Life continuate a leggere.
E che dire di quelli che passano buona parte del loro tempo libero (ma forse tutto il loro tempo è privo di impegni) a reinventare e riscrivere le storie dei loro personaggi preferiti, di tv, cinema, libri, fumetti e così via? Si chiama fan fiction e ha ormai dignità di genere letterario a sé, "popolare" e "democratico" perché si fa online, gratis e senza limiti posti alla fantasia.
Riscrivere la storia dei Pirati dei Caraibi? Non proprio, magari continuarla, cambiarla, aggiungere episodi, buttar dentro nuovi personaggi... Lo fanno ragazzini di 10-12 anni con Harry Potter e imparano in questo modo ad amare la scrittura oltre che la lettura. Il che li rende sicuramente più acculturati e intraprendenti di come ero io a quell'età (con buona pace di Gerald Durrel, della sua famiglia e degli altri animali).
Insomma attenzione, qui si schiude un universo di consapevolezza che porta dritto dritto alla rivalutazione di tutti i "passatempi" che io avrei bollato come idioti non molto tempo fa. E poco importa che io non abbia voglia di dedicarmici in prima persona.
Non ho voglia di creare un organismo monocellulare, che poi diventa una creaturina primordiale, che si trasforma in una specie di anfibio, che poi si sviluppa fino a conquistare il cosmo. Ma non c'è dubbio che Spore rappresenti un'evoluzione del videogioco che ha del magico e sicuramente anche una forte componente educativa. Certo, poi i giocatori sono dei burloni, perciò nella demo messa online qualche tempo fa la gente si è sbizzarrita sostanzialmente a costruire diverse varianti di, come posso dire?, falli. Ma l'idea è buona. Forse molto buona.
Possiamo imparare da quello che facciamo come riempitivo/divertimento/esperimento?
La risposta è sì. Possiamo imparare da ogni cosa, anche da una bufala come Second Life, che è partito come virtual social network presunto "fico" per diventare di tutto: centralina di e-commerce, piattaforma di e-learning, ambiente di riabilitazione per persone affette da disturbi della socialità.
Sicuramente il tempo che perdiamo girovagando su internet tornerà utile domani sotto forma di maggiori conoscenze, contaminazioni di idee, consapevolezza, partecipazione. E, ci perdoni l'indimenticato Gaber, oggi lo si può fare anche sopra un albero.
Del resto non è forse vero (o almeno così vogliono farci credere) che le migliori idee partorite da Google, Chrome incluso, sono state pensate dai dipendenti nel 20% del tempo che viene loro pagato per non fare assolutamente niente se non "cazzeggiare"?
Mi ha interdetto un po' constatare che in sostanza abbiamo riconquistato il tempo perso. Oggi perfino il gameboy è diventato utile e la Nintendo Ds è ormai oggetto culto dei quarantenni. Li vedi sui treni, che si affannano a pigiare forsennatamente coi pollici sulle loro console portatili e pensi: "Poveretto, non ha più l'età per Donkey Kong" e in realtà stanno ripassando le tabelline e mettendo in ordine decrescente infinite serie di numeri primi per mantenere giovane il cervello. "Adesso", ho pensato, "toccherà trovare un nuovo modo per sprecare ore preziose delle nostre vite". Poi è arrivata Facebook.
Sempre sia lodata.

Foto: Flickr

2 commenti:

Leonaltro ha detto...

Tutto molto vero. Però devo citarti un passaggio di una lettera di un lettore di FastCompany (che ci posso fare), che replicava a una classifica delle aziende più innovatrici pubblicata il numero prima, e nella quale Facebook era molto in alto, davanti ad aziende come General Electric.
Cito a braccio:
"state scherzando? Fa più innovazione General Electric in una settimana che Facebook in tutta la sua vita. E quando a G.E. inventeranno la colonscopia virtuale, il mondo migliorerà un po' più di quando hanno inventato il poke."

marta ha detto...

Sono d'accordo. Facebook è una cialtronata. Però assolve allo scopo per cui è stata creata: ricontattare i compagni delle elementari (3 nell'ultima settimana) e guardare le foto dei figli degli ex colleghi. Inoltre ha il grandissimo pregio di permetterti di commentare qualunque cosa: se lo sapevo prima, che me lo aprivo a fare un blog?