lunedì 2 novembre 2009

Piovono pietre


SHOPPING
Alla Fnac il prezzo esposto di alcuni prodotti non corrisponde a quello che poi vi praticano alla cassa. La politica aziendale è interessante. Ho comprato una chiavetta usb che sarebbe costata (etichetta adesiva sulla confezione) 17,90 euro, ma il prezzo che compariva sull'espositore era ribassato a 15,90. Poi ho preso un Dvd RW da una pila di dischetti contrassegnati dal cartellino 1,70 euro. Alla cassa la chiavetta usb me l'hanno fatta pagare il prezzo scontato, 15,90, il Dvd invece si scopre che costa 2 euro.
Ma come? dico io.
Signora, vede, l'etichetta sul Dvd dice 2 euro, dice lei.
Ma sull'espositore c'era scritto 1,70, dico io.
Ma vale il prezzo appiccicato al prodotto, dice lei.
Ma allora perché non mi fa pagare 17,90 per la chiavetta usb? dico io.
Sa come fanno loro? Quando il prezzo diminuisce, mettono il prezzo giusto nell'espositore. Quando il prezzo sale cambiano le etichette ma non il cartellino sull'espositore, dice lei.
Ah, è così che fanno loro? MA LORO CHI, CRETINA, CHE ANCHE TU LAVORI QUI? La parte in stampatello non la dico ma la penso a tutto volume.
Lo scopo è fottere il consumatore, facendogli credere che sta per spendere meno di quello che spenderà in realtà. Io il Dvd l'ho lasciato alla cassa, ma scommetto che un sacco di gente se lo compra e tanti saluti.

SCUOLA
La riforma Gelmini ha decimato le maestre, ve l'eravate data? Noi genitori di bimbi alle elementari purtroppo sì. E pensare che invece di andare incontro all'istituzione in difficoltà, rompendo le palle il meno possibile, noi abbiamo perfino deciso di esonerare il pupo dall'insegnamento della religione. Si tratta di due ore a settimana (sì, due ore, e una sola di ginnastica, tanto per dare una mano al diffondersi dell'obesità infantile) nelle quali "prima della riforma" ci sarebbe stata una maestra a disposizione per far fare ai bimbi una qualche attività alternativa. Ora non c'è più, quindi i bimbi vengono sbattuti di volta in volta in una classe a caso a fare, spesso, gli stessi disegnini di Gesù che i loro compagni fanno con la maestra di religione: geniale non trovate?
Soluzioni proposte dalla preside? "Quello che possiamo suggerire ai genitori che hanno scelto di non far fare religione ai figli è di ripensarci: fategliela fare".
Già così c'è da mettersi le mani nei capelli, ma aspettate, c'è di più. Un genitore alza la mano e chiede: "Mi scusi io all'iscrizione non avevo barrato la casella perché ero indeciso, adesso però vorrei esonerare mio figlio: si può?" Ennò, doveva decidere al momento dell'iscrizione, adesso ormai non può più ripensarci. Cioè il ripensamento vale solo se fai come comoda a loro.
Dobbiamo quindi ringraziare la Gelmini per più di un motivo:
1) ha messo in mezzo alla strada un sacco di gente, per la stragrande maggioranza donne, che si ritrovano senza un reddito;
2) ha costretto molte mamme a fare i salti mortali sul lavoro a causa dell'orario ridotto fatto dai figli a scuola;
3) ha di fatto reso obbligatoria la religione a scuola eliminando qualsiasi alternativa.
Grazie Mariastella.
Morale della storia? La tattica funziona! Mio figlio adesso fa religione. Così almeno quando deve unire i puntini per dare forma alla Vergine Maria lo può fare nel suo banco insieme ai suoi coetanei di I B, e non in terza A in mezzo a sconosciuti che studiano le tabelline.

Foto: Flickr

2 commenti:

Leonaltro ha detto...

è che mancano di inventiva. Si potevano unire i due problemi e, durante, le ore di religione, mandare i bimbi alla Fnac a cambiare le etichette ai prodotti.

marta ha detto...

Già, tra l'altro nel mio caso scuola e Fnac sono anche vicine. E magari nel tragitto li si poteva mandare a comprare le sigarette per le bidelle.