martedì 2 febbraio 2010

Marilyn


Sono entrata in quella fascia di età in cui si pensa al futuro con terrore. Insomma, se ho superato con nonchalance gli anni di Cristo potrei soccombere agli anni di Marilyn. Non so, sarà che sono sempre stata una ragazzina, la più giovane, la più ingenua, (la più bassa), e ora oltre ogni ragionevole dubbio non lo sono più. Oppure sarà che mio figlio cresce e io penso che un giorno, non lontanissimo, avrà una vita sua, vedrà gente, avrà delle ragazze, penserà a me come a una palla al piede. E lo sarò. Ah, se lo sarò.

Sia come sia, a noi che strisciamo sui gomiti verso la mezza età capitano cose strane. Lungi dal suicidarci con le pillole sul copriletto di seta, che sarebbe elegantissimo ma anche un po' troppo definitivo, ci interroghiamo su quando è stata l'ultima volta che non abbiamo avuto male da qualche parte: collo, schiena, polpacci, ginocchia? Ci guardiamo allo specchio con un ghigno e ci chiediamo: ma davvero, come dice la pubblicità, anche i denti invecchiano? Ci compriamo le creme antirughe e non riusciamo a tenere a freno il sarcasmo: le avessi mai viste funzionare su qualcuna. Ci osserviamo impietose uscendo dalla doccia e ci chiediamo sgomente come sia possibile che con gli anni le tette si restringano e il culo si ingrossi.

Parlo al plurale non per darmi un tono, ma perché amo credere che questi pensieri psicotici siano condivisi dalle mie coetanee. Alle quali voglio però sussurrare in segreto la formula dell'antidoto a tutto ciò. Ripensare ai momenti gloriosi e dire a se stesse: ero io quella, e lo sono ancora.
Con me ovviamente non funziona, perché nei miei momenti gloriosi avevo sempre il prezzemolo tra i denti o le ascelle con l'alone di sudore. Però per voi altre, che avete stile e girate astutamente con uno specchio da borsetta, vale la pena ripercorrere il viale dei ricordi.

Nei momenti no io ripenso sempre al mio mitico incontro con Colin Firth.
Sì, avete letto bene, l'idolo delle donne, l'uomo perfetto, il bel Darcy di Orgoglio e pregiudizio, e di Bridget Jones, una delle cose per cui in generale vale la pena stare al mondo. Ha girato un film a Genova anni fa ed è così che un giorno lo vedo entrare nella mia palestra. E dire che non ci volevo manco andare quella mattina. Ma quando mai, del resto? Io sto essudando ogni umore sul tapis roulant e lui si sistema sullo stepper ellittico (qualunque cosa voglia dire) dall'altra parte della sala.
Ora, immaginate la tempesta di pensieri che mi ha travolto. Sono alla fine del mio allenamento. Sono sudata marcia, ma sempre con i miei tre chili di troppo in saccoccia. Ho una maglietta orrenda e i capelli tenuti insieme da quella che sembra bava di alieno coadiuvata da elastico di spugna. Non vorrei incontrare nemmeno il mio fruttivendolo in questo stato, figuriamoci il maschio alfa, beta e gamma Firth.
Eppure lui è lì, è l'occasione della vita. Se non scendo immediatamente dal tapis roulant e non vado a parlargli, in futuro non potrò che rinfacciarmelo. E così vado, mi paro davanti al buon Colin in posa mussoliniana senza lasciargli alcuna via di fuga, e con un inglese impeccabile gli chiedo se è proprio lui, se sta girando un film, se è la prima volta che viene a Genova, se la città gli sta piacendo, quanto si fermerà. Ovviamente aggiungo che sono una sua grande fan e che gli auguro un buon soggiorno.
Poi giro i tacchi, la coda di cavallo fossilizzata nella bava, le ascelle alonate di sudore e il didietro con tutti e tre i chili in sovrappiù, e me ne vado nello spogliatoio a fare la doccia. E sotto quella doccia sono senza età: solo una tipa che ha chiacchierato con un divo mondiale come fosse la cosa più normale del mondo.
Oggi Colin Firth ha 50 anni ed è ancora un bell'omett. Ma sapete che c'è? Io sono decisamente troppo giovane per lui.

Foto: Flickr.

Nessun commento: