martedì 25 marzo 2008

In volo verso Londra

Ma perché tutte le volte che vado a Londra l'Italia mi fa un po' più schifo? Perché all'aeroporto di Genova le bustine trasparenti per mettere i liquidi ammessi nel bagaglio a mano le spaccia una signorina in un banco piantato a casaccio in mezzo all'atrio per 50 centesimi (e devi darglieli giusti, ché non c'ha manco il resto), mentre a Stansted, che pure non è tra gli aeroporti più organizzati che conosco, sono a disposizione gratis in grandi scatoloni sparpagliati ovunque? Cioè perché da noi avere il privilegio di potersi portare il dentifricio in viaggio richiede il versamento di una tangente, mentre gli inglesi possono contare su un alito fresco senza dover versare un obolo a non si sa chi?
L'altra faccia della medaglia è che un'altra signorina, quella che sta a uno dei 5 banchi del check-in del glorioso Cristoforo Colombo, mi lascia passare la valigia come bagaglio a mano, mentre il severo ragazzo dai tratti asiatici al banco F87 di Stansted lo pesa, scuote leggermente il capo e mi spedisce a pagare la sovrattassa necessaria per imbarcarlo nella stiva.
Forse la ragazza genovese pensa di farmi un favore. In realtà non sa neanche che la mia borsa è comunque al di sotto dei 10 chili oltre i quali portare il bagaglio in cabina è proibito. E mi dice: "Sarebbero 6 chili, ma te lo faccio portare lo stesso". Ovviamente le faccio notare fiera sulla stampata del biglietto che è ammesso portare un peso maggiore e che io sono quindi perfettamente entro i limiti. Non gliene frega niente e non capisce il distinguo.
Coll'impiegato di Stansted non mi sogno nemmeno di protestare: nel mio soggiorno londinese ho imbarcato una decina di riviste e chissà cos'altro, perciò la valigia ha ora raggiunto l'inaccettabile peso di 11,5 kg. Corro a pagare le 12 sterline dovute, solo vagamente incavolata con Ryan Air, che finge di farti volare gratis e poi ti fa pagare anche gli starnuti, ma non con la Gran Bretagna, i cui cittadini perseguono il rigido rispetto delle regole, magari anche di quelle assurde, ma almeno non ne inventano di nuove per farci la cresta sopra.

(Foto: Flickr)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi arrischio a commentare, in un blog letto da almeno una anglo-italiana, che gli inglesi avranno pure l'alito fresco ma non hanno il bidet! (pensa alle conseguenze che ciò ha sul rimming! :-))

E il dentifricio lo dobbiamo mettere nella busta in conseguenza di una bella pensata che hanno avuto proprio loro.

marta ha detto...

E la beffa è che in entrambi i casi, sia all'andata sia al ritorno, nessuno mi ha chiesto se avevo liquidi né di mostrare il sacchetto trasparente in questione.
Insomma, potevo far saltare in aria l'aereo con un diabolico intruglio a base di aquafresh e fondotinta e nessuno se ne sarebbe accorto. Per molti miei compagni di viaggio l'assenza del bidet avrebbe di colpo cessato di essere un imbarazzante problema.

Anonimo ha detto...

La prossima volta metti in valigia un po' ri roba da staccapanni e lasciala a Londra, così al ritorno sei più leggera (lo so, lo so, è una proposta semplicemente inaccettabile)

Ode

p.s. Che figo il contatore! Lo voglio anch'io

marta ha detto...

Come cantava il saggio Filippo Gatti: "senza prendere niente per viaggiare leggeri, leggeri, leggeri...". E' un frequent flyer Ryan Air.