
La pausa di ieri mi ha fatto bene, ma oggi avevo due o tre cose da sbrigare a tutti i costi. Così ho fatto quello che nessun lavoratore autonomo che vive e lavora tra le stesse quattro mura dovrebbe mai fare: mi sono portata il lavoro in camera da letto.
Non c'è bisogno che vi spieghi a quali più piacevoli attività questo luogo deve essere sacralmente dedicato, ma è chiaro che mi riferisco al sonno dei giusti. Introducendo il computer in camera ho infranto un tabù millenario: ho annullato anche l'ultimo sottile confine tra casa e lavoro, costituito dalla porta che chiude lo studio, la stanza dove "la mamma va a lavorare, così non deve andare a Milano".
Lista di tabù che mi riprometto di non infrangere assolutamente:
- lavorare in bagno
- dormire in cucina (specialmente con pentole sul fuoco)
- divertirmi nello studio (mah, qui non si può mai dire)
- fare l'aerosol più spesso di mio figlio (infranto)
- usare un videotelefono (non volete vedere, vi assicuro)
(Foto: Flickr)
Nessun commento:
Posta un commento