domenica 4 gennaio 2009

Buon anno con Skype


Conversazione Genova-Londra

Io: Ma capisci? E' anche gratiiiiiiiiis!!!
Lei: Sì, lo so, lo so, è pazzesco!
Io: Mi fai vedere come hai sistemato lo studio?
Lei: Sì ecco qui, visto che ordine?
Io: Guarda come si vede beneeee
Lei: Aspetta che guardo direttamente la webcam
Io: Sì sì, c'è un minimo di ritardo nell'immagine ma io ti vedo, capisci? TI-VE-DO!!!
Lei: Questo computer nuovo è stupendo, la tecnologia è meravigliosa e chiunque dica che il Medio Evo era un bel periodo in cui vivere lo uccido.
Io: Sì sì, mi sembra che tu abbia proprio l'entusiasmo tipico di chi si è finalmente fatto un computer decente!
Lei: Ma infatti, il mio vecchio computer era ormai un fermacarte.
Io: E lo sai la figata di Skype qual è? Che ci sono voluti 27 secondi in tutto tra installazione del programma e inizio della conversazione.

Lei: ...

Io: ... ?...

Lei: Sì, 39 anni e 27 secondi.

lunedì 29 dicembre 2008

Compleanni


Ho festeggiato (si fa per dire, sic!) il mio compleanno il 27 dicembre. Ieri invece era il primo compleanno di questo blog. La zia Marta compie un anno e saluta la selezionatissima cerchia dei suoi lettori. Ovviamente è il momento dei bilanci e dei propositi.

Libri letti: 22.
I migliori: Shock Economy di Naomi Klein, utilissimo anche per capire da dove arriva la mega-crisi che stiamo vivendo; Cultura Convergente, di Henry Jenkins, talmente attuale quando l'ho letto da essere diventato già quasi obsoleto; Obama, la politica nell'era di Facebook, di Giuliano da Empoli, che spiegava egregiamente le ragioni per cui Obama sarebbe diventato presidente, La vedova, il Santo e il segreto del Pacchero estremo, di Gaetano Cappelli, divertente e scritto benissimo, già regalato a gò gò.
Chili persi: -2, nel senso che ne ho messi su un paio proprio nelle ultime settimane.
Achievements (cose realizzate): ho lavorato come una schiava e guadagnato un bel gruzzoletto; ho risparmiato molti soldini che sono tutti finiti nella cava di denaro rappresentata dalla casa nuova (vedi alla voce prospettive per il 2009).
Manie del 2008: questo Blog e Facebook.
Prospettive per il 2009: casa nuova, sempre che riusciamo a convincere gli operai a finirla e a restituirci le chiavi. Sarà Feng Shui: non abbiamo più una lira, e nemmeno un euro, e vogliamo liberarci di tutto il ciarpame accumulato fin qui.
Propositi per il nuovo anno: fare più sport (un déjà vu), ampliare il ventaglio delle collaborazioni professionali, un po' più di divertimento.

In conclusione: si chiude un 2008 al bacio. La zia Marta è stata molto ligia, ha mantenuto un profilo basso e lo ha potuto fare solo perché poi si sfogava su queste pagine elettroniche. Nel 2009 imperverserà vieppiù, perciò continuate a leggere numerosi...

Foto: Flickr.

martedì 16 dicembre 2008

Niente resterà impunito?

FINI, LEGGI RAZZIALI UN'INFAMIA, CHIESA NON SI OPPOSE (ANSA) - ROMA, 16 DIC - Secondo il presidente della Camera, ''oggi fare seriamente i conti con l'infamia storica delle leggi razziali significa avere il coraggio di perlustrare gli angoli bui dell'anima italiana. Il che vuol dire sforzarsi di analizzare le cause che la resero possibile in un Paese profondamente cattolico e tradizionalmente ricco di sentimenti di umanità e di solidarietà. Tra queste cause - prosegue - c'è certamente l'anima razzista che il fascismo rivelò pienamente nel 1938 ma che era comunque già presente nella esasperazione nazionalistica che caratterizzava il regime''. E tuttavia, per Fini, ''l'ideologia fascista non spiega da sola l'infamia. C'è da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme alla legislazione anti-ebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della Chiesa cattolica''.
''A giustificazione - dice ancora - potremmo addurre il carattere autoritario del regime''; tuttavia, per Fini alla base della mancata reazione della popolazione italiana ci furono altri elementi: ''penso alla propensione al conformismo, a una possibile condivisione sotterranea e oscura di una parte della popolazione dei pregiudizi e delle teorie anti-ebraiche. Penso soprattutto ad una vocazione alla indifferenza più o meno diffusa nella società di allora''. E allora, è il suo ragionamento, ''denunciare la inequivocabile responsabilità politica e ideologica del fascismo non deve portare a riproporre lo stereotipo autoassolutorio e consolatorio degli 'italiani brava gente'''. E allora, ''Ricostruire con rigore la vergogna delle leggi razziali, guardare senza reticenza dentro l'anima italiana non serve soltanto per raccontare il passato nella sua completezza. Serve anche e soprattutto a preservare il nostro popolo dal rischio di tollerare in futuro, tra inerzia e conformismo, altre possibili infamie contro l'umanità''.
(ANSA).
FLB 16-DIC-08 11:02 NNNN

Io non commento, ma se qualcuno vuole...
Metto solo il link a un vecchio post, sempre sull'esimio.

mercoledì 10 dicembre 2008

La vita di Hugo Pratt è un romanzo d’avventura » Panorama.it - Libri
La vita di Hugo Pratt è un romanzo d’avventura

* marta.buonadonna
* Mercoledì 10 Dicembre 2008
* Nessun commento
*
* * * * ½ 2 voti
* Condividi

“C’erano una volta due amici che scrissero e disegnarono tante belle fiabe, tante avventure colorate da diventare essi stessi personaggi da fiaba”. È tutto in questa frase il succo di Un romanzo d’avventura, il primo libro scritto da Alberto Ongaro nel 1970 e appena ripubblicato da Piemme. Ongaro è stato a lungo sceneggiatore di fumetti, collaboratore e amico fraterno di Hugo Pratt, il grande disegnatore di Corto Maltese e di altri capolavori del fumetto, scomparso nel 1995. Ed è proprio Pratt il protagonista di una storia, che in quello stile nel quale Ongaro eccelle, resta perpetuamente sospesa tra realtà e finzione, tra il presente e il passato, tra la vita e il sogno. È sera tardi a Venezia e Hugo, che ha mangiato molto e bevuto troppo, riceve da Londra la notizia della scomparsa del suo amico di sempre, Paco, un alter-ego dell’autore. Passerà l’intera notte a tormentarsi alla ricerca di una ragione per la quale Paco avrebbe dovuto togliersi la vita gettandosi nelle grigie acque del Tamigi e così facendo ripercorre le tappe della sua vita, della loro amicizia e della passione che li ha accomunati: quella per la letteratura d’avventura.
Mentre Hugo Pratt si sposta da una stanza all’altra della casa veneziana, riconsidera molte delle scelte fatte in passato e si sente mano a mano sempre più responsabile per la presunta morte dell’amico. È stato forse lui a istigarlo a vivere in un mondo irreale nel quale però Paco non si sentiva del tutto a proprio agio e dal quale aveva a più riprese cercato di fuggire per tornare a una realtà che ugualmente non gli apparteneva.
Nell’analisi che cerca di essere lucida sebbene sia screziata di una vena di bonaria follia, Pratt non riesce a districare il vero dal falso e i personaggi fiabeschi, protagonisti dei libri che lui e il suo fraterno amico hanno amato, ma anche quelli che loro stessi hanno creato, cominciano ad affollare la mente di Hugo e le stanze della casa in cui si muove. “Hugo si sentiva come se stesse scrivendo e disegnando la propria storia e dovesse decidere di se stesso come di uno dei suoi personaggi”. Perché la sua vita, come quella di Paco, è una perpetua fuga dalla realtà, che con il suo squallore, la sua brutalità, la sua mancanza di poeticità, è l’unica condizione inaccettabile alla quale infatti Hugo volterà le spalle rifugiandosi nell’unico mondo che senta di conoscere davvero.
Ongaro mostra in questo primo romanzo tutto l’estro di sapiente scrittore con la sua abilità nel costruire storie in bilico tra realtà e immaginazione, proprio come nel suo recente La versione spagnola o nell’altro capolavoro La taverna del Doge Loredan. Qui in più ci regala uno strepitoso ritratto di Pratt, che i suoi ammiratori non potranno che amare.
Antonio D’Orrico presenta il libro, e l’autore, al Mondadori Multicenter di piazza Duomo a Milano, giovedì 11 dicembre alle 18,30.

giovedì 4 dicembre 2008

Tempo


I percorsi urbani con mio figlio sono un videogame a più livelli.
Al Livello 1, facile, bisogna saltare le pozzanghere, al 2, intermedio, bisogna evitare le cacche dei cani, il Livello 3, per solutori più che abili, prevede invece salti ed elaborate deviazioni per non passare sui tombini sparafuoco.
Quando piove, fa freddo, ho le borse della spesa, sta venendo buio ed è proprio ora di tornare a casa, tendo chissà perché a dimenticare i tombini sparafuoco, ma non muoio comunque mai: abbiamo dieci vite ciascuno.
Avere molte vite è essenziale, specialmente ora che lui si fa molte domande sulla morte. E sulla vita:
I giorni sono infiniti?
Qual è l'ultimo numero?
Quando si muore?
Perché la mamma di nonna non c'è più?
Anche io morirò?
Ma tu sei vecchia?

Gli abbiamo spiegato, anima candida, che si muore quando si è molto molto molto molto molto mooooolto vecchi, ma siccome non distingue ancora del tutto ieri da domani non credo che questo concetto lo aiuti molto. Ha solo capito che per lui ci vuole parecchio tempo. Tutti quanti noi invece, dalla baby-sitter ventitreenne in su, abbiamo praticamente già un piede nella fossa.

Di una cosa però siamo entrambi certi: non sarà il tombino sparafuoco a ucciderci. E' l'unica minaccia contro la quale abbiamo vite a sufficienza.

Foto: Flickr

domenica 30 novembre 2008

La campana a morto del femminismo


Tette e culi. Quando il femminismo contava ancora qualcosa era questo che si vedeva in tivvù. Ora che le donne hanno deciso di mollare del tutto gli ormeggi, le tv via satellite, non quelle hard, quelle normali, a partire dalle 10 di sera trasmettono a ripetizione roba che io non fatico a definire pornografica. Donne nude, più che nude, aggrovigliate tra loro, abbarbicate su pali in variegate combinazioni, impegnate in competizioni di un certo livello: miglior perizoma, maglietta bagnata e altre che non me la sento di nominare.
E' vero, sono una bacchettona, e quando anni fa ho cominciato a vedere i primi video hip-hop in cui orrendi energumeni con berretto da baseball, catenazze d'oro e diamanti nei denti si dimenavano circondati da bellissime donne seminude e vogliose cantando versi sempre più esplicitamente hard ho faticato a credere ai miei occhi e alle mie orecchie.
Diciamo che quello che passa su canali come FX o E! ne è la naturale evoluzione.
Ora, non dico che tutte le ragazze debbano desiderare di diventare premi Nobel della fisica o scoprire la cura per il cancro, anche se è ormai acclarato che per fare il Ministro della Repubblica farsi fotografare nude aiuta. Ma quanto si è abbassata la sbarra, quanto si è inabissato l'orizzonte dei desideri, se la massima realizzazione è quella di comparire in tv con addosso il meno possibile e di fatto mimando mosse, gesti ed espressioni da pornostar?
Come abbiamo permesso che il paradigma maschile della donna oggetto riprendesse il sopravvento, facendoci la guerra tra noi per chi deve mostrare più centimetri del corpo? Come ci siamo ridotte a comparse di brutti film hard? E perché pago 42 euro al mese a Sky (o sono diventati 50?) e invece di bei film in anteprima e fantastiche serie tv da un po' di tempo a questa parte quello che ricevo in cambio è una rassegna di chiappe?

Foto: Flickr

giovedì 6 novembre 2008

Yes, we can


Usa, 5 novembre 2008: Barack Obama è il 44° Presidente degli Stati Uniti.

(ANSA) - FIRENZE, 6 NOV - Basta con una politica fondata ''su un verticismo esasperato'', su un ''bipartitismo che è solo un modo diverso per spartirsi la torta'' o dove ''emergono 'nani e ballerine' messi li' dai vertici''. Queste alcune delle considerazioni che hanno spinto Carlo Taormina a riunire un gruppo di ''amici'' e dar vita a un nuovo partito, la 'Lega Italia'. Domani a Firenze il primo atto della nuova formazione politica con la nascita del Comitato costituente che entro 30 giorni dovrà preparare lo statuto da sottoporre all'assemblea che poi approverà anche l'organigramma.
Primo obiettivo di Lega Italia, conferma Taormina, è la presentazione di liste alle elezioni amministrative e a quelle europee, ''anche perché noi vogliamo un'Europa di Stati e non uno Stato europeo - spiega - dove difendere con forza il Made in Italy in tutti i sensi''. Taormina, avvocato penalista, è stato spesso al centro delle cronache per la difesa di imputati 'eccellenti' e di casi 'molto contrastati'. Nel 1996 aderì a Forza Italia e nel 2001 divenne sottosegretario agli Interni con delega all'antiusura e antiracket, carica da cui si dimise dopo una serie di polemiche per 'conflitto di interessi'. Polemiche segnarono anche la sua esperienza alla guida della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi.
Taormina assicura di avere ancora ottimi rapporti con il premier Silvio Berlusconi, tanto che la nuova formazione punta anche ad un recupero ''del berlusconismo, che è stato tradito da chi doveva farlo crescere e un po' da Berlusconi con il verticismo esasperato, ma siamo contro la fascistizzazione di Fi''. Lega Italia, infine, critica l'attuale potere politico ''troppo Milano e nord centrico'', conclude Taormina. (ANSA).
MU 06-NOV-08 14:48 NNNN

In America hanno appena eletto Barack Obama, ma noi abbiamo Carlo Taormina...
Più berlusconista di Berlusconi, contro il bipolarismo attuale (?) che è solo un altro modo per esercitare giochi di potere, Taormina colpisce ancora. Lega Italia, mette insieme i leghisti sud-padani e i forzitalioti a cui sta antipatico Alemanno. Insomma il nuovo partito che tutti stavamo aspettando, l'alba di una nuova era, le speranze dell'Italia perbene che si realizzano.
Noi tutti finalmente abbiamo una voce e, prima che ve lo domandiate smarriti, ho il piacere di annunciarvi che... yes, we can:
avere un'Europa di Stati anziché uno Stato europeo, per contare se possibile ancora meno sullo scacchiere internazionale, yes, we can;
batterci contro 'nani e ballerine' messi lì dai vertici, gli stessi con cui eravamo pappa e ciccia fino a tre secondi fa, yes, we can;
difendere con forza il Made in Italy in tutti i sensi, dalla camorra al diritto di ogni avvocato di Berlusconi di diventare ministro, sottosegretario, o almeno fondare un proprio partito, yes, we can.

Non vi sentite già più partecipi di questa Italia 3.0?