mercoledì 1 ottobre 2008

La sicurezza degli epiteti

Sono tra noi. Molto visibili, spesso in gruppo, diversi, scomodi. Di primo acchito non è che sia sempre facilissimo rendersi conto se si tratta di studenti, impiegati, vu cumprà, spacciatori o terroristi. Sono scuri, in varie gradazioni, il che fa già di loro una categoria ben definita e ci toglie dall'obbligo di doverli incasellare diversamente.
Ammetto che io lo faccio di continuo. Casalinga frustrata, studente sfigato, aspirante manager, mamma stressata, negoziante odioso, vecchio solo. Voi no? Non etichettate la gente al primo sguardo?
Beh, beati voi che siete così tolleranti. Io mentre cammino con passo marziale tra l'asilo di mio figlio e il supermercato butto occhiate distratte ai lati del percorso e mi faccio un'idea di massima di chi mi sta attorno. Essendo l'orgoglioso frutto di una lunga evoluzione, nonché il prodotto di una ventina d'anni di decente istruzione, sono chiaramente disposta a farmi stupire. Magari l'aspirante manager è in realtà un webdesigner hippy di ritorno da un funerale, la casalinga è un assessore del Comune, e il negoziante ha appena avuto i ladri in casa.
E i neri? I neri sono neri, chissenefrega. Non è che devi star tanto lì a chiederti che cosa sembrano e cosa sono in realtà. Nel dubbio puoi provare a picchiarli, che tanto qualcosa di male l'han fatta di sicuro. Come Emmanuel Bonsu Foster. Studente alle scuole serali? Mah, questo lo dice lui. Intanto inseguiamolo, diamogli una saccata di botte, perquisiamolo, lasciamolo nudo per un po' e diciamogli che quello nell'altra stanza ha già confessato tutto.
E' ovvio che lui finga di non sapere di che diavolo stiamo parlando. Non fanno forse tutti così? Ma con qualche calcetto ben assestato e due pugni ben piazzati, magari la memoria gli torna.
Se poi non c'entrava davvero niente con lo spaccio di droga, pace: abbiamo solo picchiato un "negro".
Benvenuti a Parma, una città dove il crimine si combatte così, senza guardare troppo in faccia nessuno. Tanto per distinguere il bene dal male basta appena uno sguardo.

1 commento:

Paolabi' ha detto...

Bellissimo pezzo su una cosa oscena e orrenda